Incontro tra il COCER e il ministro della Difesa

Intervento del generale di divisione Paolo Gerometta, presidente del COCER Esercito, in occasione del primo incontro con il ministro della Difesa Roberta Pinotti

ROMA PALAZZO ESERCITO – 10 APRILE 2014

Signor Ministro della Difesa,
a premessa sottolineo che il mio intervento rappresenta la posizione, deliberata con voto unanime, dalla Sezione Esercito del COCER. Per non perdermi in preamboli vado ad affrontare, in maniera diretta, seguendo un ordine di priorità, i problemi che affliggono il personale della nostra Forza Armata e che la Sezione Esercito del COCER ritiene pregiudiziali rispetto a qualsiasi altro.

La prima priorità non può che essere rappresentata dallo sblocco dei trattamenti economici individuali e dalla conseguente ripresa dei meccanismi di adeguamento retributivi. Il mancato pagamento delle progressioni di carriera e la mancata valorizzazione economica delle anzianità di servizio prestato senza demerito nonché il blocco delle concertazioni economiche (in atto da quattro anni e per i quali alcuni organi di stampa paventano ulteriori proroghe), hanno prodotto un generale impoverimento del personale militare che mette in seria difficoltà famiglie che sono spesso mono-reddito proprio in virtù della specificità del personale militare, nonché della atipicità del suo servizio. 

Voglio citare alcuni esempi:

– per un Graduato con un’anzianità di servizio di 17 anni, il blocco delle retribuzioni produce un mancato reddito di circa 130 euro netti al mese, su un trattamento economico medio di 1.350 euro netti (il 10% circa);

– per un Maresciallo Capo con un’anzianità di servizio di 17 anni, la mancata retribuzione della promozione e del riconoscimento economico di anzianità produce un mancato reddito di circa 155 euro netti al mese, su un trattamento economico medio di 1.560 euro netti (il 10% circa);

– un Tenente Colonnello promosso al grado di Colonnello (con conseguente accesso allo status di dirigente), con un’anzianità di servizio di 25 anni, subisce una mancata retribuzione della promozione e del riconoscimento dell’anzianità per circa 950 euro netti al mese, su un trattamento economico medio di 2.500 euro netti (il 38% circa), chiaramente inversamente proporzionale alle nuove e più responsabilità acquisite.

Il quadro finora delineato, ha avuto incidenze demolenti sulla motivazione del personale che noi, Signor Ministro, riteniamo invece vada sempre salvaguardata sia quale fondamentale catalizzatore dell’operatività dello strumento militare sia in virtù della “specificità” del personale appartenente al Comparto Difesa e Sicurezza, disposta dal Parlamento con apposita norma di legge e che da tutti deve essere applicata e sostenuta. 

E proprio su questa base poggia la nostra seconda priorità, l’equiordinazione di trattamento all’interno del Comparto. In questo ambito non mi riferisco solo agli aspetto economici bensì alla pari dignità delle diverse componenti del Comparto stesso. Ad una semplice lettura del testo della legge di stabilità per il 2014, emerge chiaramente una maggiore attenzione riservata al Comparto Sicurezza: l’incremento delle risorse complessivamente disponibili per il trattamento economico accessorio del personale appartenente ai Corpi di polizia (ulteriori 100 milioni di euro per il 2014 rispetto agli stanziamenti ordinari), la destinazione di una quota del Fondo Unico di Giustizia all’alimentazione del Fondo Unico per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, nonché dei Fondi per l’incentivazione del personale del Corpo dei Vigili del Fuoco, fino ad arrivare alla previsione di diversi sistemi di rilevazione delle presenze, in sostituzione dei sistemi di rilevazione automatica, per il solo personale delle Forze di Polizia.
L’Esercito, non vuole sentirsi “figlio di un Dio minore”, anche per quanto concerne i rapporti con le altre istituzioni e con la classe politica sia di governo che parlamentare.

Strettamente legato al secondo è, infine, il tema che abbiamo individuato come terza priorità: la partecipazione attiva e preventiva della Rappresentanza Militare ai lavori per apportare i correttivi ai decreti legislativi discendenti dalla Legge delega sulla revisione dello strumento militare. L’esperienza del recente passato, che ha visto il coinvolgimento del COCER esclusivamente su testi già definiti e solo alla vigilia della loro presentazione. Ciò, ha di fatto esautorato la Rappresentanza Militare dal ruolo che la stessa legge delega le conferiva ed in tal senso crediamo che esso costituisca un errore che non deve essere ripetuto. Infine, riteniamo altresì importante chiedere un Suo impegno per l’avvio immediato della concertazione normativa, prevista dalla già citata Legge di stabilità per l’anno in corso. 

Le altre problematiche d’interesse, sulle quali peraltro lo SMD ha già coinvolto il COCER, dovranno necessariamente essere trattate solo a seguito della definizione delle precedenti priorità.

Al riguardo, desidero esprimere il favore con cui la Sezione Esercito del COCER ha, fin da subito, dato seguito all’iniziativa del Capo di SMD a lavorare congiuntamente, in appositi tavoli tecnici, sui temi esposti, nonché sulla riforma della Rappresentanza Militare, sul Riordino dei Ruoli – fermo restando il giudizio di totale inaccettabilità del testo proposto dagli Interni – e sulle problematiche della previdenza complementare. 

Queste ultime tematiche di assoluta rilevanza non possono prescindere, ripeto ancora una volta, dal superamento di quelle che ho definito essere pregiudiziali secondo il pensiero della base rappresentata da questa Sezione, cioè L’UNA ACIES formata da tutti gli Ufficiali, i Marescialli, i Sergenti, i Graduati e i Volontari di Truppa dell’Esercito Italiano.

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